By Marino Alberto Zecchini
Originally Posted Wednesday, May 30, 2007
METEORITI A TATAOUINE
Nella notte del 27 giugno 1931 alle ore 1,30, gli abitanti di Tataouine, che in quell’epoca era una base militare francese in Tunisia, sono svegliati da un forte brontolio accompagnato da un intenso chiarore. Un meteorite era caduto dietro le alture in direzione ovest, l’impatto avvenne su un cumulo di pietre poste a separazione segnaletica di differenti proprietà.
Il giorno seguente i militari francesi comandati dal Capitano Lewed scoprono dei frammenti di una roccia curiosa di cui in seguito gli specialisti la riconoscono d’origine extraterrestre. La traiettoria di caduta secondo alcuni rilevamenti di tipo balistico dei militari è stata valutata di un angolo debole come se il bolide avesse sfrecciato vicino alla terra per un tratto di alcuni chilometri e la sua forza d’impatto conservasse ancora una notevole velocità. Questa opinione sembra sia stata supposta dalle dimensioni del cratere prodotto e dalla profondità in cui sono stati trovati i frammenti. Le porzioni di meteoriti raccolte sono state rispettivamente di 175 g. 143 g. e 100g., la somma totale del materiale rinvenuto sarebbe secondo i dati riportati per un totale di 11 chilogrammi.
I campioni di meteorite vengono spediti al museo di storia naturale nazionale di Parigi. Poi il silenzio assoluto cade su questo avvenimento, ricordato solo come una sorta di mito da alcuni anziani pastori della regione. Questo non è che uno dei molteplici casi d’impatto di meteoriti nelle regioni desertiche del sud Tunisia, in epoche più lontane sono state numerose le misteriose cadute di oggetti dal cielo.
Nel 1994 Alain Carion, un collezionista illuminato, ritorna sul sito dell’impatto e raccoglie nuovi frammenti del meteorite ed inizia una meticolosa analisi. Il ricercatore nomina i frammenti trovati “Meteorite Tataouine” e secondo le sue deduzioni l’oggetto caduto potrebbe essere una piccola porzione di un enorme nucleo vagante di 500 Km. di diametro proveniente da Vesta, situata nella cintura di asteroidi tra Marte e Jupiter. Le analisi seguono con descrizioni minuziose specificando che la Meteorite Tataouine appartiene alla famiglia dei diogénites che hanno in comune con altre una origine isotopica ed ossigenazione caratteristica ma differente di altri meteoriti poiché è una roccia magmatica essenzialmente formata da orthopyroxènes (come ALH84001!). (Queste formule descrittive sono per me incomprensibili e le trascrivo così come mi vengono trasmesse senza alcuna responsabilità scientifica).
Due sono quindi i frammenti analizzati, i primi raccolti dai militari francesi e spediti a Parigi nel 1931, gli altri sono quelli di Alain Carion nel 1994. I primi che sono stati recuperati subito dopo l’impatto che ci permettono una valutazione in tempi in cui le possibili alterazioni terrestri possono avere avuto un azione di poche ore e gli altri che hanno soggiornato per altri 64 anni in questo ambiente desertico.
Esami microbiologici: esaminando al microscopio elettronico dei campioni del 1994, hanno donato la sorpresa di scoprire che dentro a certe fratture ci sono degli aggregati di microcristalli di calcite e sulla superficie dei chicchi di pirosseno. Questi carbonati sono assenti nei campioni esaminati nel 1931. Le composizioni isotopiche in ossigenazione di carbonio sono quasi identiche a quelle dei carbonati del terreno dove la roccia ha soggiornato. Ciò mostra il risultano della circolazione di un fluido terrestre sulla superficie dei resti del meteorite.
Sulla superficie dei carbonati, sono visibili attraverso le immagini di microscopia elettronica a forte ingrandimento la presenza di forme allungate di diametro 50 a 70 nm e di lunghezza di 200 a 600 nm. Sono visibili anche delle forme ovoidali di 100 a 200 nm di diametro. Questi oggetti che assomigliano a dei batteri, mostrano che non sono dei minerali ma potrebbero essere forme di vita.
Nel frattempo tra gli ambienti specialistici ed appassionati raccoglitori la “Meteorite Tataouine” viene catalogata e inserita nella borsa economica dei valori commerciali, la valutazione del minerale viene quotata ed elencata su siti internet secondo l’aspetto, il peso, ecco alcuni esempi: $ 310,00 Weight 7,78 grams. Rare piece with Crust- Pic2 pic3 – $ 73,25,00 Weight 3,66 grams. – Pic2 pic3.
Sono trascorsi 13 anni dal ritrovamento di Alain Carion ed ecco ricomparire un altro interessate ricercatore: Cyrille Boulay membro della società astronomica di Francia (SAF). Questo scienziato ha cominciato nuove ricerche sul campo il lunedì 4 dicembre 2006.
Lui con alcuni componenti del Museo della Memoria della Terra di Tataouine iniziano diverse prospezioni, la prima nella regione di El Khabta luogo di caduta del meteorite del 1931. Una seconda ricerca nella regione di Graguer un luogo in cui è presente un vasto cratere che apparentemente ha l’aspetto tipico dell’impatto di un meteorite. Una terza nella regione di Remada dove da molti anni si racconta la caduta di un meteorite, un fatto questo di Remada che non ha mai smesso di alimentare la cronaca orale locale e che ha suscitato molte polemiche e dato vita a miti fantascientifici.
Ma il punto chiave della presenza di Cyrille Boulay è la prospezione del meteorite di Beni Mihra (30 km. est di Tataouine) caduto nel 2001 di cui si ha la certezza dell’evento descritto dalla società astronomica francese. Le ricerche sul terreno sono state discretamente fruttuose qualche piccolo pezzo è stato trovato ma il bottino più importante costituito da decine di frammenti della meteorite erano stati gelosamente conservati dal Signor Hedi Benrached, e da suoi figli Habib e Ali che hanno avuto la sapienza di raccogliere e protegge questo patrimonio scientifico.
Questa preziosa raccolta di pietre spaziali sono state offerte al Musee de la Memoire de la Terre di Tataouine che le ha esposte nelle vetrine delle sue sale espositive a disposizione di tutti, ricercatori ed appassionati cultori di mondi lontani. L’insolita frequenza di cadute di meteoriti nel territorio nel raggio di 30 km da Tataouine negli ultimi 75 anni pone la regione sotto gli occhi interessati di molte comunità scientifiche del mondo, i numerosi crateri probabilmente formati dopo l’impatto meteorico visibili ai confini con il grande Sahara, lascia presagire per la cittadina un importante avvenire nella candidatura del titolo oltre che di “Paese degli Ksur” anche di “Capitale delle Meteoriti”. Per questo L’Associazione Amici della Memoria della Terra, una ONG di volontari gestori del Museo propongono una conferenza internazionale sul tema meteoriti. Una proposta indirizzata agli enti più importanti e prestigiosi come l’UNESCO, il SAF, l’ENIS del laboratorio 3, la Città delle Scienze di Tunisi.
La O.N.G, AAMTT (associazione che gestisce il “Museo della Memoria della Terra”), attraverso tutti gli aderenti e i cooperanti, consapevoli di agire in una regione difficile (desertica), il cui l’abbandono del territorio di uomini (emigrazione) vede il prodursi di fenomeni di degrado ambientale, pone con insistenza alle autorità politiche ed amministrative della nazione Tunisina ed Internazionali, la richiesta di agire affinché questo dono del cielo che sono le meteoriti, diventino un motore di ricerca. Non solo nell’ambito culturale ed accademico ma soprattutto una motivazione ulteriore alla realizzazione di posti di lavoro nell’ambito di quel turismo culturale tanto auspicato ma che stenta a partire per l’impossibilità da parte di molti del settore di comprendere che oggi è necessario investire in cultura per avere domani la possibilità di contribuire allo sviluppo di una regione in preda all’aridità endemica e minacciata da una desertificazione fisica ed umana a carattere cronico.
Marino Alberto Zecchini
e-mail – masszecc@tin.it
Cooperate scientifico de’ MUSEE DE LA MEMOIRE DE LA TERRE-TATAOUINE