By Ardito Desio
Originally Posted Friday, October 14, 2005
Le Vie della Sete
Ardito Desio
Editore Mursia
Recensione
Pregio di questo lavoro è la sua spontaneità, specie in riferimento al particolare periodo in cui si colloca, del tutto privo della agiografia che spesso caratterizza invece il contenuto di molti altri lavori prodotti in quegli stessi anni.
Il volume racconta le spedizioni in Libia e nel deserto libico svolte dell’autore per conto dell’allora regime fascista ed è organizzato dal punto di vista strutturale in due distinte esposizioni; da una lato il diario personale dall’altro i capitoli di carattere strettamente scientifico.
I viaggi che coprono un arco temporale che va dal 1926 al 1940 ed inizialmente effettuati con spedizioni a dorso di cammello fino ad arrivare all’aereo, sono quattro ed arrivano fino al Tibesti. Sono ancora oggi attuali e fondamentali per comprendere la complessità originaria di quella che è oggi la moderna Libia e la sua potenzialità ancora inespressa in molti campi.
Un affascinate e profondo escursus ambientale, geologico, scientifico sul primordiale scenario di questo Paese che contiene in oltre 270 pagine zeppe di nozioni e curiosità sempre poco note come la descrizione della scoperta di quella che è oggi la primaria fonte di ricchezza di questo nostro esotico dirimpettaio: il petrolio (oggi a $ 64 al barile). Una autentica chicca storica ma anche una scomoda testimonianza sul miope giudizio e sulla disattenzione gia’ allora riservata dai nostri governi verso quella che per noi resta ancora oggi un’altrettanto scomoda Jamhairiyah Libica. Una controversa realtà che, oggi come ieri, si riflette ancora in un approccio, politico o economico che sia, di tipo ondivago e pressappochista nei confronti di tale partner che seguita ad essere presentato come quello più privilegiato fra quelli nordafricani, in realtà, e a fatti, sempre più lontano dalle nostre sponde.
L’autore, parimenti deluso della disattenta considerazione allora riservata alle sue ricerche lascerà le sabbie dei desti per passare alla neve e ghiacciai del K2, ma conserverà per tutti 104 anni della sua longeva vita una, la prima bottiglia di petrolio estratto in suolo libico. Una copia del libro, in italiano, la teneva pure negli anni i 80 un direttore della Occidentale Petroleum of Libya, tale G. Vaccacoca che usava spesso mostrarla a quanti transitavano nel suo ufficio tripolino, scrivente incluso, sfogliando le ultime pagine del testo dove e’ riportato il discorso fatto da un petroliere di passaggio in Libia che commentava con l’autore cosa egli avrebbe fatto al suo posto.
Le vie della sete restano infatti una antologia “storica” sulla Libia, in tutti sensi, da leggere o da portare ad esempio prima di recarsi in una delle tante località descritte come il vulcano Wau en Namous ma anche dopo esserne ritornati per capire cosa e come era questo luogo prima dell’arrivo dei turisti d’avventura, cosa quest’ultima era effettivamente per recuperarne l’originaria senso e realtà che l’autore Ardito Desio ci rende oggi ancora possibile semplicemente leggendo le pagine di questo libro, da noi difficile da trovare ma non in Libia, nell’accorta riedizione anastatica disponibile presso la nota libreria “Dar el Fergiani” e altrove nel Paese che produce uno fra i migliori greggi del mondo, lo “Zuetina” estratto proprio nell’area dove fu riempita la famosa bottiglia.