By Marino – al bahary
Originally Posted Thursday, August 19, 2004
INFLUENZE ARABO ISLAMICHE NELLA STORIA D’OCCIDENTE
Gli Arabi e l’Islâm entrano da protagonisti sulla scena della storia nel VII secolo dopo Cristo, primo dell’era musulmana, che inizia con l’emigrazione (Egira) di Muhammad
(Maometto) e i suoi primi compagni da Mecca a Medina.
Già dal suo primo secolo di vita, l’Islâm è chiamato non solo al confronto militare e politico con i Bizzantini del Sacro Romano impero e con i Sassanidi dell’impero persiano, ma all’incontro con i centri del pensiero filosofico e religioso dell’epoca che, nel Vicino Oriente, erano la Siria e la Persia e, in Egitto, la Città di Alessandria.
Arabesco: Vuole significare l’idea della continuità, della connessione, che ogni particella esistente è nodo e componente del tutto, sintesi grafica dell’universo.
Gli arabi, questi millenari abitanti delle oasi, turbolenti seminomadi carovanieri, dilaniati per secoli da lotte tribali, riuniti ormai dalla fede dell’Islam, all’impatto con queste nuove realtà, diventarono maestri nell’arte delle armi, impararono a far politica e s’inserirono nella vita culturale, attingendo alle fonti greche, aramaiche e persiane, traducendo e componendo. Si affinarono nell’arte della dialettica e, sempre più sicuri e preparati, cominciarono a dar vita ad autentiche scuole di grammatica, musica, filosofia, teologia e scienze.
Alla luce del Corano e della Tradizione (hadîth), incessantemente fino all’età dell’oro dell’Islâm (sec. III° e V° dell’Egira- IX e XII d.C.) e oltre, si precisarono i cardini della šhari´ah presentata e difesa con profonde argomentazioni teologiche e filosofiche, nel confronto col pensiero giudaico, cristiano.
L’enorme mole di ricerca islamica riuscirà a fondere in un’unica civiltà gli apporti del sapere indiano, siriaco e greco che giungeranno fino a noi in occidente come nuovo modus vivendi. Gli effetti benefici di questo flusso innovatore, che segnerà specialmente la Spagna e la Sicilia, si manifesteranno nell’amministrazione delle città e delle campagne, nel fiorire di scuole e biblioteche, nell’architettura, l’ingegneria, l’astronomia e le scienze in genere, nella medicina, e nel campo così importante della agricoltura (irrigazione, metodi di coltura, meteorologia), nella navigazione, nella costruzione di osservatori astronomici, nella diffusione delle ” nuove matematiche”.
La lingua araba non è solo la lingua dell’invasore, ma diventa lingua di cultura nelle corti e nelle amministrazioni, diffusa anche fra il popolo stesso, che si appassionerà alla poesia e alla musica.
Lamento del Vescovo di Cordova:
” tutti i giovani cristiani notevoli per ingegno conoscono solo la lingua e la letteratura araba…
Verso l’850 – Alvaro, l’illustre Vescovo di Cordova, così si lamenta: ” Molti dei miei correligionari leggono le poesie e i racconti degli Arabi, studiano gli scritti dei teologi e filosofi maomettani, non per confutarli, ma per apprendere come abbiano ad esprimersi in arabo con maggior correttezza e eleganza. Dove trovar oggi un laico, il quale legga i commenti latini alla Sacra Scrittura? chi studia fra loro, i vangeli, i Profeti, gli Apostoli? Ahi, tutti i giovani cristiani notevoli per ingegno conoscono solo la lingua e la letteratura degli Arabi, leggono e studiano con zelo i libri arabici formandosene grandi biblioteche a prezzo di enormi spese, e dovunque proclamano a gran voce essere questa letteratura degna di ammirazione… Fra migliaia di noi appena uno si trova che sappia scrivere ad un amico una lettera latina in modo tollerabile; ma innumerevoli sono coloro che possono esprimersi in arabo nel modo più elegante e comporre poesie in questa lingua con arte ancor maggiore degli arabi stessi.” (da C.A. NALLINO, Raccolta di scritti rditi e inediti, vol. III, pag.292, Istituto per l’Oriente, Roma 1941 )
Šhari´ah: è un termine che in occidente in genere viene tradotto con ” legge islamica”, ed è inteso come regolamento statico e immutabile.
Il popolo arabo, popolo del deserto di cui ne ha assorbito l’essenza, ha originariamente definito con questo nome il percorso che i dromedari, assetati, compiono verso il pozzo o la sorgente, alla ricerca dell’acqua, nella tensione collettiva di trovare con l’acqua l’essenza vitale. Cosi il fedele dell’Islâm percorre il difficile corso della vita affidandosi alla Šhari´ah, che è la traccia, l’indicazione per giungere alla sua destinazione di fede.
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