By marino – al bahary
Originally Posted Wednesday, September 8, 2004
L’angolo della Cultura
a cura di Marino – al bahary
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Arte e Musica Araba
“La conoscenza è la proprietà perduta del credente”
“Cercate la conoscenza ovunque essa sia fosse anche in cina”
hadîth: detti del Profeta Muhammad
Su queste indicazioni del Profeta Maometto, i musulmani si sparsero nel mondo inglobando le tradizioni, l’arte e la cultura dei popoli che incontravano, amalgamando le nuove conoscenze con lo spirito di ricerca e studio (´ilm) nel loro mondo caratterizzato dalla religione.
La poesia
Il campo artistico e quello scientifico non erano separati ma strettamente connessi l’uno all’altro. Le scoperte scientifiche avevano sempre un preludio nella ricerca ispirata e nella sintesi poetica e, sebbene il corano metta in guardia gli uomini dall’inganno dei poeti
“…. ed i poeti… , sono i traviati che li seguono… Vedi come errano in ogni valle, dicono cose che non fanno”
(Corano.224.227) un hadit del Profeta Muhammad dice: “Allah ha dei tesori sotto il trono, le cui chiavi si trovano sotto la lingua dei poeti”. La poesia nel mondo arabo è la più celebrata tra le forme artistiche, molte sono le composizioni dedicate alla natura, alla donna, alle gesta epiche; ma la poesia arabo-musulmana raggiunge il massimo della potenza espressiva quando apre alla realtà delle esperienze interiori nella ricerca della “verità assoluta” (al haqq): la poesia dei sufi (mistici dell’Islâm).
Poeti che percorrono in esplorazione le strade della conoscenza in senso lato, precursori del sapere, definiti gli uomini “del sapere sapienzale”. Essi usano le tecniche poetiche della sintesi, le rime, il ritmo per ottenere lo stato di ebrezza estatica, attratti dal segreto della creazione, la loro poesia non è mai una composizione letteraria fine a se stessa ma un mezzo per giungere nelle sfere misteriose del divino.
La Calligrafia
Il Corano proibisce la raffigurazione di esseri animati. Questo ha certamente mortificato lo sviluppo dell’arte figurativa e sviluppato l’espressione pittorica nella calligrafia, che è l’arte più diffusa e popolare.
Naturalmente sono i versi del corano, che vengono solitamente ad essere il soggetto calligrafato: elaborazioni sorprendenti costituiscono composizioni simboliche che vengono eseguite dall’amanuense sotto ispirazione divina. E’ quindi un’arte come la poesia sviluppata soprattutto negli ambienti del sufismo.
La musica
Con la stessa ispirazione mistica venivano elaborati sistemi musicali e nuovi strumenti per la produzione del suono. La musica era classificata tra le scienze esatte e molti matematici e filosofi scrissero trattati di musica. La ricerca del suono musicale, era tesa non solo alla descrizione di stati d’animo e cioè musica fine a se stessa, bensì con lo studio ispirato delle tonalità e suoi effetti cercavano l’apertura, la porta trascendente della sfera cosmica e divina.. Tra i molti esploratori, innovatori e scopritori della storia della musica araba, i più noti sono: Ak Kindi (866), Al Farabi (per gli studiosi di musica occidentali Alfarabius .950), ‘Ibn Sina Avicenna (1037) e Safi al Din al Mumin (1294). Sulla base degli studi di questi maestri musicisti sin dal IX secolo d.C. venne introdotto in Europa, attraverso la Spagna, il canto” misurato”, l’idea di abbellimento o ornamento di una melodia, la percussione simultanea, l’idea di armonia, sino ad allora sconosciute in Occidente. Queste innovazioni costituirono le fondamenta filosofico-matematiche della teoria musicale, valide ed attuali ancora ai nostri giorni.
Il ‘ud (liuto)
è uno strumento arabo
La ricerca musicale musulmana diede l’avvio all’invenzione di una notevole quantità di strumenti a fiato e a percussione ma soprattutto di un intera famiglia di strumenti a corde appartenenti al gruppo del liuto, della pandora e della chitarra, che giunsero poi in Europa attraverso la Spagna.
Con gli strumenti a corda si inizio l’uso della “faridah o fied”, o esecuzione in assolo e a metodi di intonazione di uno strumento a corde in rapporto con una nota eseguita con uno strumento a fiato. Prima di allora i menestrelli europei intonavano lo strumento ad orecchio.
L’essenza della musica è in quella vibrazione che rimane nell’orecchio quando il cantante ha ormai terminato l’ultima nota e il suonatore ha cessato di sfiorare le corde.
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