By Carlo Enrico Rava
Originally Posted Tuesday, October 11, 2005
AI MARGINI DEL SAHARA
Carlo Enrico Rava
Darf publishers London.
Testo in vendita a Tripoli presso la libreria Fergiani
al costo di 25 DL. (15 €)
La lettura di questo testo pubblicato in edizione anastatica dalla Dar el Fergiani di Londra e scritto nel 1936 dal figlio del vice governatore della Tripolitania può apparire ad un sommario giudizio come la narrazione di un viaggio fatto da turista particolarmente privilegiato in terra d’Africa, tanto prevale l’enfasi dell’allora ventisettenne narratore milanese per il particolare periodo e contesto in cui compie questo suo viaggio.
In realtà non sono solo 220 pagine entusiastiche ed enfatiche su un itinerario che vede, come meta finale Ghadames ma un lavoro che oggi significa e rappresenta qualcosa in più oltre la stessa narrazione.
Per quanti hanno avuto la ventura di vedere questa leggendaria città sahariana ancora viva e palpitante, con il bacino della sorgente ancora ricoperto dalle acque, non molti anni fa, è come fare un viaggio a ritroso nel tempo, come un filmato su quello che allora era la normalità di un viaggio ogni volta pieno di autentico fascino ed avventura.
Ma soprattutto è la meticolosa, rara descrizione della città, delle sue vie, dei suoi misteri, dei suoi più reconditi angoli oggi in gran parte distrutti.
Pregio del libro è proprio quello di portare a conoscenza del lettore una delle testimonianze più vive e complete oggi disponibili su una gran parte di questo mondo scomparso, un invito, uno strumento per quanti si accingono a visitarla a farlo con qualcosa in più del consueto affrettato giro che molti turisti compiono nella fretta di andare a contrattare nei suk l’acquisto di souvenirs ivi portati oggi in buona parte dai disgraziati emigranti diretti sulle coste del mediterraneo in attesa di salire su fatiscenti imbarcazioni spesso destinate al naufragio.
Ai Margini del Sahara resta soprattutto oggi una delle fonti principali disponibili sul passato recente, e non, di Ghadames, sulle tante nozioni storiche e culturali che quest’oasi, rinata ed aperta al turismo internazionale, custodisce sempre più gelosamente, da rivelare solo a quanti vogliono gustare l’intimo piacere di ritrovare anche le sole tracce delle sue remote origini come queste appaiono nei simboli della dea Tanit riprodotti negli stucchi che decorano alcuni portici della via Tescu o in qualche raro hawafer, monile dai poteri magici.