Perché l’Iran?
Perché è uno degli stati asiatici da più tempo organizzato come nazione, con città, vedi Hamadan (l’antica Ekbana), abitate ininterrottamente da 4000 anni.
Perché fin da tempi remoti è stata in competizione con le potenze europee, prima con quella greca poi con quella romana, guadagnandone come cultura.
Perché ha grandiosi monumenti vecchi di 2500 anni che trasformano questo viaggio da geografico in storico.
Perché come noi italiani ha avuto un grande rinascimento che l’ha arricchita di poeti, scienziati e architetti che ci hanno lasciato opere grandiose.
Fin da quando ero bambino avevo sentito parlare in casa, con orgoglio e venerazione, di quel nostro illustre antenato, Gaetano Casati, geografo ed esploratore vissuto nell’Ottocento, che ha trascorso un importante periodo della sua vita nel Sudan del Sud al seguito di Amin Pascià governatore di quella lontana regione. Siamo ai tempi del generale Gordon, della rivolta del Mahdi e della riconquista di Khartoum da parte degli inglesi.
Lodovico di Caporiacco, invitato dal generale Graziani allora vicegovernatore della Cirenaica, a partecipare alla spedizione topografica “Capitano Marchesi” quale esperto scientifico, così descrive il suo viaggio per la Libia avvenuto dal 31 gennaio al 2 febbraio 1933:
“Il viaggio da Siracusa a Bengasi, a bordo di piroscafi piccoli e maltenuti, è tutt’altro che divertente, anche se fatto, come accadde a me, nelle migliori condizioni di mare.
E’ poi singolarmente disgustoso vedere capre e mucche ficcare il muso dal ponte nelle finestre di cabine di prima classe: quasi ogni piroscafo che dall’Italia si porti in Cirenaica, mi dissero, ha un consimile carico”.
“I giorni trascorrevano tutti uguali, in un’arsura infinita, un paesaggio spoglio di terra brulla e pietra dura che odorava di bruciato e di cenere di spino, dipinto con colori accesi dalla mano di Dio” (da “Ines dell’anima mia” di Isabel Allende)
Il romanzo della Allende parla della “conquista” del Cile e della traversata del deserto di Atacama, ma questa descrizione si può estendere a tutto il territorio che, dalla costa cilena, attraversa le Ande e si spinge per centinaia di chilometri fino alle “quebradas” e ai
vigneti dell’Argentina. Territori arsi e difficili, dove la mancanza d’acqua, l’altitudine e la tenacia degli indigeni hanno messo a dura prova gli invasori spagnoli.
Sei moto ci aspettavano a Ulaan Baatar! Lasciate la scorsa estate, ci attendevano per farci vivere ancora nuove emozioni…. Philippe ed io eravamo entusiasti all’idea di tornare in quel magico paese per cui occorreva organizzare un nuovo viaggio , ma come sempre ci sono problemi di periodo, di soldi, di famiglia di capacità tecnica nel guidare una moto enduro e trovare 6 persone con tutti i requisiti è meno facile di quel che potrebbe sembrare.
Questo viaggio non è iniziato sotto i migliori auspici. Infatti alcuni segni negativi hanno caratterizzato i cruciali giorni che hanno preceduto la partenza. Io non sono superstizioso anche perché, come pare abbia detto Benedetto Croce, “non ha senso essere superstiziosi…… dal momento che esistono efficaci scongiuri!”. Molti auguri (anche da parte di amici esperti viaggiatori) di buon viaggio e speriamo che tu ritorni che chiaramente sono l’equivalente dell’augurare al cacciatore “buona caccia” o “buona pesca” al pescatore. Il tutto completato dalla storica frase di Carlo, il mio compagno di viaggio, che pochi giorni prima di partire mi solleva il morale e le solite angosce pre-partenza dicendomi, papale papale, “questo viaggio è nato sotto una cattiva stella”. Io gli scongiuri li ho sempre fatti subito ma forse non sono stati abbastanza immediati o sufficientemente convinti,comunque direi che, almeno all’inizio del viaggio, non hanno funzionato. E così due giorni prima di partire abbiamo “perso” la nostra insostituibile cuoca Rosalba che ha dovuto rinunciare al viaggio per gravi motivi.
Un sogno nel cassetto da anni: un viaggio in Brasile in moto nelle sue parti più selvagge, l’Amazzonia ed il Nord Est.
Sono passati più di dieci anni da quando sono circolate le prime foto dei Lençóis Maranhenses, con le loro dune e lagune spettacolari.
Da allora in poi, piano piano, ho accumulato informazioni e sognato un itinerario da percorrere in moto.
Deserto di Atacama, nome intrigante, lontano, misterioso, ricco di suggestioni, non chiaramente localizzabile a memoria senza sottomano una carta dove poterlo rintracciare. Uno dei deserti più aridi del mondo, situato in mezzo ad una corona di vulcani attivi che lo isola da tutte le formazioni nuvolose create dalla corrente fredda di Humboldt. Si dice che per quattrocento anni non vi sia caduta una goccia d’acqua. Nonostante questo, alcune piccole lagune di acqua molto salmastra, in particolare la Laguna Chaxa, affiorano puzzolenti, con un odore acre che prende la gola.
By Piero Priorini Originally Posted Tuesday, August 28, 2012 Addio, Marocco! Nel 1997 acquistai un vecchio Ranger Rover e scoprii il fascino del fuoristrada. Nel ’98 – venduto il Ranger e acquistata una Frontera-Isuzu – visitai per la prima volta la Libia e subito dopo, a seguire, la Tunisia, la Turchia, l’Islanda e poi [...]
By Luciano PieriOriginally Posted Monday, July 9, 2012 ETIOPIA – DAL TIGRAY AL LAGO TANA (SULLE TRACCE DELL’ARCA) ________________________________________________________________________ di Luciano Pieri Si arriva a Lalibela da Addis Abeba per una lunga e impervia strada che attraversa verdi vallate e colline ricoperte di aloe, di gigantesche euforbie, di boschi di eucalipti, e quando siamo arrivati [...]
Ultimi Commenti