By Gian Casati Originally Posted Thursday, November 11, 2010 TRANSAFRICA L’EPILOGO: NAMIBIA E SUDAFRICA Partecipanti: Gian Casati e G.Carlo Mazzari su Toyota hj61 10 ottobre 2010 Dopo un viaggio abbastanza assurdo Milano-Londra-Johannesburg arriviamo puntualissimi a Windhoek dove ci aspetta qualcuno del Transkalahari Inn, la bella struttura che ha ospitato per circa sei mesi la [...]
Incomincio dall’AFRICA. Questo il progetto… in teoria, In pratica è meglio essere molto flessibili e raccogliere continuamente informazioni prima di decidere l’itinerario. Fattori determinanti al di sopra dell’interesse personale: La sicurezza. Il clima.
By Gian Casati Originally Posted Wednesday, June 16, 2010 TRANSAFRICA I passi precedenti Siamo partiti da San Donato Milanese, abbiamo attraversato a tappe Tunisia, Libia, Egitto, Sudan, Etiopia, Kenya, Tanzania e siamo arrivati in Mozambico (Nampula) col Resoconto del quinto passo Racconto il viaggio attraverso Malawi, Zambia, Botswana e Namibia Partecipanti: Gian Casati, Rosalba [...]
Come iniziare? Come descrivere questo progetto al quale pensiamo da tanto tempo: la traversata integrale del continente africano da Nord a Sud, tutta in una volta e in un tempo abbastanza limitato vista la portata dell’impresa. Un arco di 80 gradi di latitudine, dai 45° Nord di Milano ai 35° Sud di Cape Town. Dall’inverno all’estate, dal Sahara al Kalahari, dalla sabbia al fango della stagione delle piogge, dalle antiche civiltà mediterranee all’Africa nera dove l’uomo apparve 100.000 anni fa. Insomma un viaggio fino all’altra parte del mondo attraverso quasi 18,000 km di micidiali “strade” africane, monumenti, antiche rovine, animali, popoli, religioni, natura selvaggia, montagne, laghi, fiumi e oceani. Ve lo raccontiamo così.
Anche quest’anno – come oramai da tanti anni… non ricordo più bene quanti – ci prepariamo alle festività natalizie programmando il viaggio che ce le farà evitare. Niente di nuovo: le solite corse sfrenate alla sede amministrativa dell’ACI per sistemare con i funzionari preposti, di cui oramai siamo diventati l’incubo ricorrente, le mille difficoltà generate dall’estensione del Carnet de Passage di cui abbiamo un assoluto bisogno. La sottoscrizione preventiva dell’assicurazione-auto valida per tutti i paesi del sud Africa che, come tale, è possibile stipulare solo in Tanzania e, perciò, da noi ottenuta solo grazie all’interessamento del nostro amico Carlo e poi ricevuta all’ultimo momento per posta aerea. Le telefonate ricorrenti ai spedizionieri italiani ed esteri per definire il contratto del ritorno in Italia della nostra 4×4. L’acquisto dei biglietti aerei prenotati con 4 mesi di anticipo; la preparazione dei bagagli, scrupolosamente pesati; lo studio accurato del percorso (anche se già sappiamo che, come al solito, non lo rispetteremo) sulle strepitose mappe “trak4africa” per GPS Garmin; la lettura attenta delle guide Polaris e Lonely Planet… Insomma, la solita e ben sperimentata tensione pre-partenza che ci proietta lontano già molti mesi prima di quella effettiva, e che ci permette di passare indenni attraverso lo scempio consumistico con il quale la nostra società moderna ha devastato lo spirito delle feste natalizie. Dal sacro al diabolico, senza soluzione di continuità, in un’orgia di sprechi alimentari, doni inutili, falsità relazionali, atmosfere ingannevoli e oscurità profonde dell’anima. Nessuno sembra notarlo. Tutti si riversano in strada o nei centri commerciali per affogare nell’acquisto compulsivo l’angoscia per la profonda crisi economica che sta sconvolgendo tutti i paesi occidentali, e che si somma a quella per il terrorismo dilagante, per l’impoverimento progressivo delle risorse energetiche del pianeta e lo sconvolgimento di quasi tutti i suoi equilibri climatici.
Il sommesso ronfare del motore del Land Cruiser è un sottofondo piacevole, quasi parte di questa immensità che si apre intorno come un abisso…La strada per Mamuno taglia la pianura sterile come una retta perfetta, senza curva alcuna, mentre dai finestrini via via che ci si spinge ad Est il bush di spini lascia campo alla savana di erbe, infinita, un grande mare giallo oro che si perde all’orizzonte.
Mamuno, frontiera; siamo in Botswana, proprio sul margine della depressione del Kalahari meridionale. E la mente sogna le sabbie ambrate che so estendersi a sud, mentre montiamo il campo. La morsa gelida delle tipiche notti desertiche saluta il primo bivacco nei dintorni di Ganzi in una piana cespugliosa che è come un balcone sul baratro di dune del profondo sud. Ma non è che un attimo e le ruote ci portano velocemente a Nord, a costeggiare il margine occidentale del Delta dell’Okavango, il più esteso delta interno del Mondo, 12000 chilometri quadrati di paludi e canali in pieno Kalahari; un universo d’acqua nel cuore del più grande deserto della Terra…e noi ci stiamo andando proprio nel cuore!
By Piero Priorini Originally Posted Monday, September 8, 2008 Due anni di TransAfrica 15 dicembre 07 – 16 gennaio 08 Tutte le volte che io e Raffaella ci eravamo trovati a viaggiare nell’Africa del nord – che fosse l’Egitto, la Libia o l’Algeria durante le vacanze natalizie, o invece il Marocco, la Mauritania, il [...]
By Gian Casati Originally Posted Thursday, May 22, 2008 TRANSAFRICA:IL SECONDO PASSO PARTECIPANTI CLAUDIO e SANDRA su Land Rover 130 GIAN, ROSALBA e DARIO su Toyota hj61 MARIO e VITTORIO su Toyota hj61 GIORGIO e MARILISA su Toyota hj61 PREMESSA In novembre siamo partiti da Genova ed abbiamo raggiunto Aswan dopo avere attraversato velocemente [...]
Un breve reportage fotografico sulla Namibia, terra di grandi contrasti e altrettanto stupendi paesaggi. Una varietà di luoghi, persone, animali che forse non ha eguali in tutto il mondo.
La prima cosa che noto una volta in volo è la quasi totale assenza di volti africani sull’aereo. Mi aspettavo un po’ più di colore, ma a quanto pare, e ripensandoci non stupisce, gli unici sudafricani che possono permettersi di viaggiare in aereo sono di pelle bianca. E anche se non amo confermare i cliché, sono un po’ zotici, pallidi, e persino un po’ limitati. Ma forse sono ingiusta, e dico così perché ne ho uno seduto accanto davvero poco simpatico, che ha commesso il peccato imperdonabile di non farmi guardare il deserto dall’alto. Ha lui il posto accanto al finestrino, e anche quando gli ho chiesto se poteva aprire la tenda, l’ha sollevata per qualche istante e poi, con uno sguardo che credo volesse risultare ironico, ha detto “only desert” e ha richiuso la tendina. Ora invece stiamo sorvolando la Nigeria. Il commento acuto questa volta è stato “only bombs”… dubito che la conversazione possa farsi interessante. Chiudo gli occhi, forse è il momento buono per un pisolino. In un lampo mi tornano alla mente le immagini delle elezioni del 1994, quelle che sancirono la fine dell’apartheid e la designazione di Mandela a primo Presidente nero del Sudafrica. Immagini di uomini e donne in cammino dalle regioni più interne del paese, lontanissime, anche a livello culturale, dall’occidentale meccanismo del voto, in cammino, perché gli africani vanno a piedi, per contribuire al cambiamento, per riappropriarsi della propria dignità.
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