Già il programma originario elaborato con le solite pazienza e competenza da Enrico (Manfredini) si presentava intenso e ricco di spunti tali da rendere la spedizione, seppure in parte simile ad altre già percorse, caratterizzata da elementi nuovi (la diretta Al Fogah-Timsah, la traversata ovest-est dell’erg di Rebiana, una risalita del GSS su percorsi totalmente nuovi, la ricerca di numerosi resti di aerei e camion dei mitici scorpioni del deserto, …) ma come ormai abitudine non ci potevamo accontentare.
Saremmo stati in circa sette auto e quindi ogni “significativa” variazione al percorso pianificato andava ragionata e studiata in modo da evitare inconvenienti e rendere l’obiettivo condiviso.
Raccolta di visti dai passaporti dei nostri viaggiatori, contribuite con le immagini e le stroie dei vostri visti!
Originally Posted Sunday, February 8, 2009 Preannunciato quasi un anno fa e poi mai apparso, si tratta di un’opera unica nel suo genere! Formato 24×28 704 pagine a colori 50 immagini satellitari 50 documenti storici 200 carte geografiche 200 spedizioni citate 1500 immagini 2000 personaggi trattati
Sono oramai alcuni decenni che gli stati dell’Africa del nord hanno raggiunto l’indipendenza dalle oppressioni coloniali ma il persiste dell’ingerenza dell’occidente ed in particolare della Francia che si muove dentro i rapporti economici in una mascherata politica di “buon vicinato” mi fa dedurre che la reale indipendenza di tutti gli stati nord africani non sia ancora del tutto raggiunta.
Per caso durante il viaggio fatto in Libia tra dicembre 2007 e gennaio 2008 siamo venuti a conoscenza di una grandiosa opera idraulica, di cui poco però se ne parla sia sui giornali europei sia su internet. Sono semplicemente sorprendenti i numeri di questo progetto…
Il jebel Ouesslat è una imponente catena montuosa che copre circa 135.000 ettari e domina ad Est la pianura di Ouesslatia e Merguellil, ad ovest la pianura di Kairouan e a sud la depressione di Haffouz.
Benché di difficile accesso e povero di risorse d’acqua, il Jebel Ouesslat e’ stato da sempre abitato. La presenza dell’uomo preistorico risale ai tempi più antichi e si prolunga fino a 5.000 anni circa prima dei giorni nostri (periodo neolitico).
Giunsi in questo luogo per la prima volta nel 1986 e compresi subito di trovarmi in una delle cittadelle berbere tra le più rappresentative di tutta la regione degli ksur.
Questo antico villaggio appollaiato sulla falesia come una sorta di gigante, domina la valle dove l’alito dei Santi Marabutti spira e pervade ancora l’aria del posto.
Il mare è come il deserto, le dune sono le onde, le oasi i porti. Luoghi di sovrapposizioni ideali e semantiche per ciò che evocano sul piano delle idee e delle rappresentazioni. Forse non ci sono elementi della natura più densi di significati simbolici con parallelismi e connessioni pur nella loro apparente contraddizione.
Mentre sto scrivendo questi appunti del viaggio da noi effettuato nell’ottobre del 2004, leggo su sahara.it il bellissimo resoconto di Stefano Laberio che ha percorso gli stessi luoghi quasi in contemporanea con noi.
Comunque vado avanti, se non altro servirà a chi lo legge per avere la visione dei luoghi e e delle sensazioni da due prospettive diverse anche se gli occhi sono gli stessi, cioè di persone che amano in maniera viscerale il Sahara.
Nella notte del 27 giugno 1931 alle ore 1,30, gli abitanti di Tataouine, che in quell’epoca era una base militare francese in Tunisia, sono svegliati da un forte brontolio accompagnato da un intenso chiarore. Un meteorite era caduto dietro le alture in direzione ovest, l’impatto avvenne su un cumulo di pietre poste a separazione segnaletica di differenti proprietà.
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