…… E finalmente, davanti ai nostri occhi quasi socchiusi e vinti dalla polvere in sospensione, ecco profilarsi una incredibile, sconfinata ed imponente distesa di sabbie; un gigantesco Mare Magnum nel quale, lo percepiamo lucidamente, la nostra occasionale presenza può improvvisamente perdersi, fagocitata da un istante all’altro, dai flutti e dai vortici delle sue onde inquiete. Come esili fuscelli trasportati dalla corrente, veniamo proiettati al cospetto delle sue creste spumeggianti in prossimità delle quali i granelli di sabbia, ora sollevati con impeto dal vento, disegnano estemporanei pennacchi fumanti; su un campo di battaglia dove incombe la lotta tra le tinte oscure delle nubi minacciose, opposte a quelle chiare dei soffocanti raggi di sole, essi si combinano in turbolenze bizzarre che, simili a spiriti e a demoni irriverenti, danzano e volteggiano leggiadri, accarezzando la cute sottile delle dune, incuranti di turbare ed indispettire quel tiepido e sonnolento risveglio degli elementi, scatenandone invece, per contro, l’ira furiosa; quell’ira che un tempo, si narra, soffocò sotto una spessa coltre di sabbie l’intero esercito di Re Cambise, disperdendo per sempre ogni minima traccia di ben cinquantamila persiani dei quali, non sia mai, fu persa memoria.
Ultimi Commenti