In tutti i paesi del deserto il mercato prima ancora di essere un punto commerciale è il luogo in cui gli abitanti della regione fanno riferimento per lo svolgersi della vita sociale. È d’uso tra i beduini considerare il sûq (mercato) il miglior posto per incontrarsi, per parlare degli avvenimenti recenti, degli interessi familiari ed economici.
Il mare è come il deserto, le dune sono le onde, le oasi i porti. Luoghi di sovrapposizioni ideali e semantiche per ciò che evocano sul piano delle idee e delle rappresentazioni. Forse non ci sono elementi della natura più densi di significati simbolici con parallelismi e connessioni pur nella loro apparente contraddizione.
Mentre sto scrivendo questi appunti del viaggio da noi effettuato nell’ottobre del 2004, leggo su sahara.it il bellissimo resoconto di Stefano Laberio che ha percorso gli stessi luoghi quasi in contemporanea con noi.
Comunque vado avanti, se non altro servirà a chi lo legge per avere la visione dei luoghi e e delle sensazioni da due prospettive diverse anche se gli occhi sono gli stessi, cioè di persone che amano in maniera viscerale il Sahara.
Nella notte del 27 giugno 1931 alle ore 1,30, gli abitanti di Tataouine, che in quell’epoca era una base militare francese in Tunisia, sono svegliati da un forte brontolio accompagnato da un intenso chiarore. Un meteorite era caduto dietro le alture in direzione ovest, l’impatto avvenne su un cumulo di pietre poste a separazione segnaletica di differenti proprietà.
Nomadi, erranti, liberi, sognatori fino all’assurdo, privi anche del necessario, sanno vivere nel deserto poiché ne conoscono i segreti. Originari dei deserti arabici, nei tempi della jahiliya (periodo pre islamico, letteralmente epoca della ignoranza) erano gli emarginati dei centri agricoli delle oasi dello Yemen
Dopo due ore di piste di sabbia e di pietra, dentro un reg secco e arido giungemmo sulla sommità di un piccolo monte dove si trova appollaiata la costruzione della piccola moschea di Oummi Routtila*. Da questa sommità si stende un impressionante vallone che si perde tra le sabbie e la steppa della Jeffara. Ai piedi dell’altura alcune decine di tende beduine attorno a loro numerosissimi uomini con abiti e turbanti bianchi pregavano riuniti in direzione della kaba*.
Il primo elemento di distinzione del costume femminile beduino sono i gioielli. Il metallo prescelto generalmente è l’argento per il costo più basso e per la maggiore solidità, considerando che tali gioielli sono portati anche durante i duri lavori agricoli e pastorali.
Originally Posted Wednesday, May 30, 2007 Sahara, nel Regno della fata Morgana. Autore. Claudio Pacifico Editore. EDIMOND Ricordi di 30 anni di viaggio nel Sahara, il sottotitolo di “Sahara nel Regno della Fata Morgana”, ultimo lavoro “sahariano” della penna del diplomatico Claudio Pacifico, evidenzia ancor più del titolo, la profonda passione dell’autore per il Sahara [...]
By RoboGabr’Aoun Originally Posted Friday, February 16, 2007 LETTERA APERTA AI SAHARIANI Cari amici, Mi permetto di parlarVi direttamente in questa mail pubblica per un questione che mi sta particolarmente a cuore. E’ uscito, o perlomeno ha iniziato ad essere distribuito a livello nazionale, il mio ultimo libro “L’ODORE DELLA POLVERE”, edito da Prospettiva [...]
Una raccolta di immagini del passato e del presente dello stesso luogo durante la seconda guerra mondiale in libia e nord africa
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