I tre laghi che circondano il Vulcano Waw an Namus in Libia sono “diversi”: due laghi, quello a SW e SE, hanno acque classificate come “brines” o iper-saline (si considerano tali le acque con concentrazioni superiori a 100 grammi/litro di solidi totali disciolti). Il lago a NE consiste in una miscela di brine e acqua oligominerale.
Il deserto è uno spazio segnato dal ricordo di piste di sabbia da me calpestate, marcate dalle orme del mio passaggio, un deserto assolato, chiuso imprigionato nella sua immensità… sconfinato. Dove perdermi è sempre un pensiero costante, dove sento in ogni istante la sensazione di disgrazia incombente.
Per caso durante il viaggio fatto in Libia tra dicembre 2007 e gennaio 2008 siamo venuti a conoscenza di una grandiosa opera idraulica, di cui poco però se ne parla sia sui giornali europei sia su internet. Sono semplicemente sorprendenti i numeri di questo progetto…
Sulle tracce degli esploratori e degli archeologi che ci hanno preceduto cercheremo di guadagnare la via per Berenice ed i tumuli del cratere di Onib, non senza avventurarci anche in percorsi alternativi ed inediti che speriamo ci offrano l’opportunità di imbatterci in nuovi ritrovamenti, rinvenendo ulteriori pozzi, villaggi Beja o resti di antichi insediamenti minerari che lontani dalle principali vie carovaniere e di trasporto delle merci e dell’oro magari ancora oggi si sono preservati dallo sguardo curioso degli avventurieri. A quel punto non ci rimarrà che rientrare puntando ad ovest la strada ferrata che unisce, nemmeno fosse un sogno !, Wadi Halfa a Khartum; passando prima per l’avamposto di fort Murrat e successivamente per le miniere di Umm Nabari, intersecheremo la ferrovia all’altezza della stazione numero 6 che si erge nel vuoto totale a 360° nell’orizzonte, e da lì, tagliando ancora il deserto, raggiungeremo le rive del Nilo per gustarci prima delle luci del tramonto Karima e le sue grandiosità.
E’ una raccolta di articoli dedicati all’arte rupestre del Ciad con 250 immagini in B/N, 60 foto a colori, 3 tavole f.t. con mappa delle posizioni dei siti, bibliografia, ecc. Una gran parte dei siti pubblicati sono inediti.
By Giulia Castelli Gattinara Originally Posted Monday, August 23, 2004 nuova edizione LIBIA ARTE RUPESTRE DEL SAHARA Categoria………..Guide Titolo…………..Libia .sottotitolo……..Arte rupestre del Sahara .titolo originale… Editore………….POLARIS Via G. Di vittorio 14/16 50039 Vicchio di Mugello (FI) tel 055 8497488 – fax 055 8497485 Autori…………..GIULIA CASTELLI GATTINARA Numero di pagine …204 pagine con 120 illustrazioni [...]
La rosa del deserto è una formazione minerale molto comune nel deserto e si trova in abbondanza nelle vicinanze di falde freatiche sotterranee poco profonde. Il meccanismo di formazione necessita di alcune contingenti situazioni ambientali e climatiche.
Il termine oasi deriva dall’egiziano waha, che significa stazione e per definizione é un’area limitata in una estensione desertica ove, per l’affioramento locale della falda idrica sotterranea, compare la vegetazione e si rendono possibili le colture e l’insediamento umano.
Le oasi si trovano in zone depresse, lungo i corsi degli widiyan (fiumi).
Agli albori della storia del nostro pianeta le terre emerse, suddivise in zolle continentali, confluirono in un unico immenso continente unitario, la Pangea, dal greco pan, tutto, e gheos, terra.
L’unione delle zolle continentali avvenne in maniera violenta: l’urto provocò il sollevamento delle catene montuose che tutt’oggi noi conosciamo, le Alpi, l’Himalaya, l’Atlante, le Ande.
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