Dopo una parte di approccio, rappresentata dalla visita al Namib Park di Sossusvlei ed alla cittadina rivierasca di Swakopmund, l’itinerario, previo l’impegnativo “prologo” tra le dune di Sandwich Harbour, si è sviluppato tra gli altopiani del Damaraland e le vette del Kaokoveld risalendo i fiumi ugab, hoanib, huarisib ed altri, fino a raggiungere le meravigliose vallate di Marienflus, al confine angolano. Oltrepassato il temibile Van Zyl Pass ( da ovest verso est) ci si è spinti fino ai dimenticati villaggi Himba di Otjtanda e Othjende, fino a raggiungere Okangwati e la normale pista per le Epupa Falls, sul medio Kunene. Il tutto in 10 indimenticabili giorni di fuoristrada puro e campi al di fuori di qualsiasi circuito turistico. Per terminare il viaggio sono stati spesi tre giorni per la visita dell’Etosha Park, appoggiandosi alle strutture dei Lodge di Okaukuejio, Halali e Namutoni.
La Takouba (takooba, takuba) è un tipo di spada tradizionalmente associato ai Tuareg, un popolo nomade prevalentemente di origini Berbere che mostra vari stadi di influenze Negroidi, culturali e biologiche, nei diversi clan.
Agli albori della storia del nostro pianeta le terre emerse, suddivise in zolle continentali, confluirono in un unico immenso continente unitario, la Pangea, dal greco pan, tutto, e gheos, terra.
L’unione delle zolle continentali avvenne in maniera violenta: l’urto provocò il sollevamento delle catene montuose che tutt’oggi noi conosciamo, le Alpi, l’Himalaya, l’Atlante, le Ande.
Ad appendice di questo “anno sabbatico”, di questi quasi 10 mesi d’Africa nel corso del 2003 sono sceso in Algeria.
Ho lasciato a casa il mio 4×4, che già tanti, davvero tanti km avevo guidato nel corso dell’anno su piste e dune. Ed ho affrontato un viaggio per me nuovo, un trekking.
Dall’oasi di Djanet mi sono arrampicato sulle balze dell’Altopiano dei Fiumi, significato di Tassili N’Ajier in tamashek. E’ stata un’esperienza totalmente nuova, affascinante, un incontro con il deserto secondo canoni e modalità talmente diversi da farmi sentire come se fosse la prima volta che scendevo “giù”.
Un circuito breve, lungo l’aspra salita spezza gambe delle tre akhba che compongono il passaggio di Tafeleleth, per sbucare sulla sommità dell’altopiano proprio dirimpetto alle soffici dune d’Admer, dalle quali provenivo solo il giorno prima.
By Robogabraoun Originally Posted Monday, September 29, 2003 La Tana Puntata conclusiva dalla “Namibia Sconosciuta” di RoboGabr’Aoun Cielo grigio su questa Windhoek immobilizzata nell’ultimo Sabato mattina di settembre. Piove, una cascata di gocce sottili, impalpabili, quasi un effetto nebbia, preludio dei temporali che tra qualche decina di giorni inizieranno ad inondare questa terra arida. [...]
Sto qui seduto sul muso sventrato di un grande Toyota con almeno 20 anni di sobbalzi sulle sue spalle sbombate…Sorseggio una Pepsi nell’ombra di una delle centinaia di officine meccaniche del quartiere di Mantega (in sudanese significa appunto “meccanico”…), una città nella metropoli.
Attendo fiducioso che la decina di sudanesi arrampicati intorno al cofano del mio HJ60 riescano finalmente ad estrarre un pezzettino grosso così,che va tornito perché ormai squilibrato da anni ed anni di giravolte in connubio con i giri del motore su non so quante migliaia di km di piste, sabbia, sassi….Sono oramai entrato in sintonia con la mancanza assoluta del concetto di “fretta”, parola qui sconosciuta, e ne approfitto per fotografare con gli occhi e con la mente questa realtà così differente dalla mia italiana, divenuta ormai da mesi il mio quotidiano.
In 11 anni ho camminato per i vicoli di infiniti mercati arabi, ma qui, in Sudan, è un altro mondo.
Un mondo a colori sgargianti che lascia senza respiro se si ha l’accortezza di sedersi a guardare,lasciandosi scendere dentro questo caos che in fondo è perfetta armonia.
La musica di Bach inonda la hall dell’Acropole Hotel, mentre il solito via vai di archeologi da tutto il mondo movimenta i corridoi in una babele di lingue, sottofondo costante in questo che è il punto di raccolta dei più grandi nomi della cultura occidentale.
…Ci sono momenti nella vita di ciascun uomo in cui, per stranezze del vivere, per accadimenti inaspettati, per destino o come lo si voglia chiamare, insomma momenti particolari in cui ci si sofferma a riflettere…Magari momenti in cui questa macchina perfetta che siamo, questo insieme miracoloso di cellule, fibre e neuroni che ci costituisce e ci rende vivi nel mondo si mette a tossire, come un motore a sei cilindri che improvvisamente si grippa e fa fumo bianco.
A circa 30 km da Ghadamesh,direzione Derji,è possibile raggiungere una piccola meraviglia della natura: i laghi di Mujiezzin, nell’omonima piana a nord della rotabile asfaltata.
Le Guide specializzate citano queste formazioni lacustri,ma l’insufficiente chiarezza nell’indicare gli itinerari di avvicinamento non rendono agevole il raggiungerle.
Grazie al punto del lago principale pubblicato nella Guida di Gandinì,abbiamo tentato di raggiungerli navigando in linea retta dall’asfalto( tratta riportata sulla mappa sopra esposta).
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