Originally Posted Sunday, September 3, 2006 Egitto 2006 Agosto, …non bastano gli occhi… Siwa, GSS, Silica Glass, Wadi Abd Al Malik, Gilf Kebir, Wadi Hamra, Step Camel Pass, Wadi Sura, Grotta Foggini , Lorry LRDG, Kemal El Din, Abu Ballas, Water Mountain, Regensfield, Farafra, Kalafisch, Dakhla, White Deseet, Cimitero delle Balene, Cairo, Alessandria. Prima [...]
Vi voglio descrivere, in questa prima parte di resoconto, la mia realizzazione, a quanto ne so, prima ed unica nel suo genere, di posizionamento dell’intercooler sotto il cofano della Toyota serie 80 e non, come nella norma, dietro la mascherina frontale. In effetti durante le varie fasi di lavorazione e memore delle difficoltà incontrate, tutte comunque fino ad ora superate con un minimo di attenzione, posso capire perché molto più semplicemente, anche le grosse ditte che producono kit di trasformazione si accontentino di mettere l’intercooler sul frontale della macchina. Inoltre nessun costruttore vi direbbe che dovete sfondare il cofano per montare un pezzo… Ho voluto tentare questa nuova strada, partendo da zero, senza nessun documento o foto ad aiutarmi.
Durante la realizzazione, ancora in corso, della struttura per inserire l’intercooler sotto il cofano della mia 80, mi sono trovato ad avere a che fare con la circuiteria pneumatica dell’impianto EGR. Sulla mia macchina, come penso su molte delle vostre, questo impianto è in loco ma è a tutti gli effetti disattivato.
E’ un manualetto sull’avventura nel Sahara, di Geronimo Stilton un sorcio intellettuale direttore giornalista di un quotidiano di Topazia capitale di un’isola di topi nell’oceano rattico meridionale che in 4 giorni e mezzo di permanenza nel Sahara dal rango di semplice scamorza passa a quello di vero topo sportivo. Dopo aver superato ogni sorta di avventura assieme a Iena altro roditore suo compagno di viaggio ed esperto di paracadutismo, parapendio, survival, bugee jumping, free climbing, rafting sub, corsa zavoratta, triatlhon e essere ritornato sano e salvo sulla sua scrivania di redattore scrive “Eppure mi manca” (il Sahara).
Dalle notizie riportate dalla stampa sembrerebbe di poter identificare la zona dell’aggressione sul percorso che porta da Bilma nel Kaouar a Nguingmi, nella estrema regione sud-orientale del deserto del Tenerè nel territorio della Repubblica del Niger. La pista in questione è orientata da nord a sud, scorre quasi parallelamente al confine con la Repubblica del Ciad e vi si incontrano alcuni resti di oasi per lo più oggi disabitate, come Agadem e Soutellan. Il tracciato è molto impreciso – se non fosse per il suo orientamento dal Kaouar verso sud – ed è quasi inutilizzato: rare carovane da Bilma lo percorrono nella sua parte più meridionale, che si avvicina alla citata Nguingmi che è prossima al lago Ciad. Ad ovest si trova un’area con due o tre pozzi, prossimi al massiccio montuoso del Termit, dove nomadizzano esigui gruppi di Tubu, pastori di cammelli provenienti dalle montagne del Tibesti che è situato a oltre mille chilometri nel settentrione del territorio del Ciad. (pubblicato nel 2006)
14 agosto – Questa mattina ad accompagnarci nel tour alla guelta di Archei non è stato il vecchio con il bastone, ma il suo aiutante di ieri il quale, giunto in prossimità del laghetto dove si abbeverano i cammelli e nuotano i coccodrilli, si è sfilato i pantaloni e si è tranquillamente immerso nell’acqua invitandoci a fare lo stesso per giungere sull’altra riva ed iniziare il percorso. Immaginatevi la nostra sorpresa, visto che ieri scherzavamo su quanto fosse poco profumata quella stessa acqua e sull’impossibilità di immergerci anche solo un dito: bè, oggi ci siamo immersi sin quasi alla vita, sfidando anche un accesso roccioso precario che ha richiesto l’aiuto degli uomini del gruppo per la discesa e la risalita … Per fortuna il bagno melmoso è stato compensato dal bellissimo paesaggio che si è aperto davanti a noi dopo aver attraversato qualche passaggio roccioso…
By RoboGabr’Aoun Originally Posted Tuesday, July 18, 2006 SENTIERI DI NUBIA Un libro di viaggi ed emozioni attraverso i deserti del Sudan. Descrizione di paesi, popolazioni e siti archeologici (con l’aiuto di J.Soule Nan, esperta egittologa francese), brevi racconti e curiosità. Circa 200 pagine di vissuto tra Khartoum ed il confine Egiziano, in 15000 [...]
La prima cosa che noto una volta in volo è la quasi totale assenza di volti africani sull’aereo. Mi aspettavo un po’ più di colore, ma a quanto pare, e ripensandoci non stupisce, gli unici sudafricani che possono permettersi di viaggiare in aereo sono di pelle bianca. E anche se non amo confermare i cliché, sono un po’ zotici, pallidi, e persino un po’ limitati. Ma forse sono ingiusta, e dico così perché ne ho uno seduto accanto davvero poco simpatico, che ha commesso il peccato imperdonabile di non farmi guardare il deserto dall’alto. Ha lui il posto accanto al finestrino, e anche quando gli ho chiesto se poteva aprire la tenda, l’ha sollevata per qualche istante e poi, con uno sguardo che credo volesse risultare ironico, ha detto “only desert” e ha richiuso la tendina. Ora invece stiamo sorvolando la Nigeria. Il commento acuto questa volta è stato “only bombs”… dubito che la conversazione possa farsi interessante. Chiudo gli occhi, forse è il momento buono per un pisolino. In un lampo mi tornano alla mente le immagini delle elezioni del 1994, quelle che sancirono la fine dell’apartheid e la designazione di Mandela a primo Presidente nero del Sudafrica. Immagini di uomini e donne in cammino dalle regioni più interne del paese, lontanissime, anche a livello culturale, dall’occidentale meccanismo del voto, in cammino, perché gli africani vanno a piedi, per contribuire al cambiamento, per riappropriarsi della propria dignità.
Alla scoperta dei tesori dell’Egitto, dalle grotte con iscrizioni rupestri alle piramidi incontrando passando dagli scenari della seconda guerra mondiale
Si segnala l’uscita del libro di Dario Petucco “Il mio Iraq – un marinaio a Baghdad” pubblicato da Edizioni Cinque Terre di La Spezia. Questo libro spazia dall’esperienza personale dell’Autore alla storia recente ed alla politica interna irachena, a spaccati di vita quotidiana che ci permette di conoscere qualcosa in più sulle missioni internazionali dei nostri militari.
A seguito della caduta del regime di Saddam Hussein, e dopo la formale richiesta del Governo ad interim dell’Iraq, la NATO decise di costituire una missione per la selezione ed addestramento delle rinate Forze Armate irachene. L’Autore, un maresciallo della Marina Militare, fu tra i primi ad arrivare a Baghdad nel luglio del 2005.
Ultimi Commenti