L’avventura nel Sahara non ha esaurito il suo carattere epico dei secoli passati ma è presente nelle descrizioni anche dei nuovi viaggiatori. Ancor oggi il viaggiatore moderno sente la necessità di avere un rapporto cerebrale per misurarsi con l’ambiente desertico attraverso il verbalizzare di concetti e idee per avere con esso un rapporto intimo, perché diventi un luogo d’ispirazione letteraria e simbolo di ricerca mistica.
Giunsi in questo luogo per la prima volta nel 1986 e compresi subito di trovarmi in una delle cittadelle berbere tra le più rappresentative di tutta la regione degli ksur.
Questo antico villaggio appollaiato sulla falesia come una sorta di gigante, domina la valle dove l’alito dei Santi Marabutti spira e pervade ancora l’aria del posto.
In tutti i paesi del deserto il mercato prima ancora di essere un punto commerciale è il luogo in cui gli abitanti della regione fanno riferimento per lo svolgersi della vita sociale. È d’uso tra i beduini considerare il sûq (mercato) il miglior posto per incontrarsi, per parlare degli avvenimenti recenti, degli interessi familiari ed economici.
Il mare è come il deserto, le dune sono le onde, le oasi i porti. Luoghi di sovrapposizioni ideali e semantiche per ciò che evocano sul piano delle idee e delle rappresentazioni. Forse non ci sono elementi della natura più densi di significati simbolici con parallelismi e connessioni pur nella loro apparente contraddizione.
Lo sviluppo turistico ha spinto le organizzazioni preposte (Ente del Turismo tunisino) a formare del personale specializzato con il compito di accompagnatore nelle escursioni a carattere collettivo ed organizzato; questo personale, assunto in genere dalle agenzie di viaggio, svolge a fianco del gruppo turistico sulle autocorriere e sui convogli di fuoristrada il pregevole lavoro di guida: indica i percorsi, dona ai componenti dell’escursione delle sintesi storiche ed ambientali delle località visitate, improvvisa giochini di società per rallegrare le serate del gruppo e si assume le responsabilità delle decisioni improvvise per cambiamenti di programma o di iniziative atte a soluzioni di problemi incidentali.
Nella notte del 27 giugno 1931 alle ore 1,30, gli abitanti di Tataouine, che in quell’epoca era una base militare francese in Tunisia, sono svegliati da un forte brontolio accompagnato da un intenso chiarore. Un meteorite era caduto dietro le alture in direzione ovest, l’impatto avvenne su un cumulo di pietre poste a separazione segnaletica di differenti proprietà.
Nomadi, erranti, liberi, sognatori fino all’assurdo, privi anche del necessario, sanno vivere nel deserto poiché ne conoscono i segreti. Originari dei deserti arabici, nei tempi della jahiliya (periodo pre islamico, letteralmente epoca della ignoranza) erano gli emarginati dei centri agricoli delle oasi dello Yemen
Dopo due ore di piste di sabbia e di pietra, dentro un reg secco e arido giungemmo sulla sommità di un piccolo monte dove si trova appollaiata la costruzione della piccola moschea di Oummi Routtila*. Da questa sommità si stende un impressionante vallone che si perde tra le sabbie e la steppa della Jeffara. Ai piedi dell’altura alcune decine di tende beduine attorno a loro numerosissimi uomini con abiti e turbanti bianchi pregavano riuniti in direzione della kaba*.
Il primo elemento di distinzione del costume femminile beduino sono i gioielli. Il metallo prescelto generalmente è l’argento per il costo più basso e per la maggiore solidità, considerando che tali gioielli sono portati anche durante i duri lavori agricoli e pastorali.
La fantasia popolare ha sempre sentito il bisogno di riempire gli spazi non abitati misteriosi di esseri alla cui influenza si attribuiscono tutti i fenomeni che appaiono diversi dal corso naturale delle cose, poiché ogni manifestazione doveva avere una ragione.
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